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In Russia gli oligarchi si comprano ventilatori polmonari personali CdS 24.3.2020

Vladimir Putin insieme con il premier Mikhail Mishustin al nuovo «coronavirus information center» di mosca (foto Afp)

di FABRIZIO DRAGOSEI

Per oligarchi e ricchi in generale la cosa peggiore in Russia è sempre stato il pericolo di finire in ospedale in mezzo a gente comune o, addirittura, tra i poveri. Così in tempi di coronavirus, molti si stanno organizzando per evitare questa eventualità che ritengono peggiore della malattia. Si sono ritirati nelle loro dacie di campagna (spesso veri e propri castelli) e le stanno attrezzando con mini reparti di terapia intensiva, magari realizzati nei bunker atomici che si erano fatti costruire negli anni. Ora cercano disperatamente di acquistare privatamente ventilatori polmonari che sul mercato sono diventati quasi introvabili. Un’azienda del settore, la Technomed, ha detto ai media russi che la domanda di apparecchiature per la ventilazione è salita di dieci volte e che i prezzi sono più che raddoppiati. Le strutture sanitarie della regione di Sverdlovsk hanno fatto sapere che per procurarsi urgentemente due apparecchiature per la respirazione automatica, ha dovuto sborsare addirittura l’equivalente di 168 mila euro (il prezzo normale sarebbe attorno ai 25 mila euro). I medici spiegano che senza adeguata assistenza un ventilatore è inutile. Ma nella strada dei super ricchi alle porte di Mosca, la Rublyovskoye chaussee, molti hanno ingaggiato anche rianimatori e infermieri specializzati. Sottraendoli dagli ospedali dove guadagnerebbero una miseria.