Se non bevi abbastanza acqua diventi nervoso (e il cervello si «restringe»)
Oltre l’80% del nostro cervello ne è composto e una perdita anche piccola lo fa ridurre di volume. Attenzione soprattutto se si è anziani, ma anche se si studia
di Eliana Liotta*
L’umore va giù
I nostri pensieri si nutrono d’acqua. La memoria, l’attenzione, l’energia, la calma: vanno tutte innaffiate. Basta una privazione appena dell’1-2% delle riserve corporee per diventare irritabili, agitati.
Borraccia in classe
Sono tante le ricerche condotte sugli studenti che dimostrano quanto la disidratazione si associ a calo della concentrazione e della memoria a breve termine, addirittura a una minore efficienza nelle capacità di calcolo. La borraccia dovrebbe essere una compagna di banco.
Se hai sete è tardi
Nel cervello risiede il centro che governa il nostro bisogno d’acqua, ma è un meccanismo ritardato, per questo bisognerebbe dirigersi verso la bottiglia anticipando la sensazione di bocca secca, che è il primo sintomo della sete. Negli anziani, la sensibilità diminuisce e il rischio di bere troppo poco si eleva ulteriormente, tanto che dagli studi emerge come oltre il 20% degli over 65 sia disidratato.
Le app per idratarsi
Ci sono delle applicazioni sui cellulari che ricordano con una notifica quando bere, può essere comodo. Per tutti gli adulti e anche per gli anziani, la quota raccomandata è di almeno 6-8 bicchieri al giorno di liquidi, tra acqua e altre bevande (non zuccherate o alcoliche). Ma occhio a tè e caffè, perché sono molto diuretici. La quantità di acqua necessaria cresce con il clima caldo-umido e per chi fa sport: dopo un’ora di sforzo medio senza interruzioni, l’organismo arriva a perdere fino a un litro di sudore.
* revisione Enzo Spisni, docente Fisiologia della nutrizione, Università di Bologna, 19 aprile 2020
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